Le soluzioni per lo smart building legate alla gestione dell'energia avranno un volume d’affari medio annuo in Italia fra il 2016 e il 2020 di 1,9-3,4 miliardi di euro. Un mercato che sarà ascrivibile soprattutto al settore residenziale,anche se è in ambiti come la grande distribuzione, gli hotel e gli ospedali questi interventi hanno i valori più attraenti in termini di payback time e resa sull'investimento: Nelle abitazioni invece al momento la convenienza è attraente solo per interventi relativamente semplici o se si sfruttano le detrazioni fiscali.È questo uno degli highlight che si possono trarre dal nuovo Intelligent Building Report, il primo dei rapporti dell’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano ad affrontare in maniera organica il tema degli “edifici intelligenti”. Il lavoro, che sarà presentato a Milano il 3 dicembre, ma che QualEnergia.it ha potuto sogliare in anteprima, si focalizza sui sistemi afferenti alla macro‐categoria della domotica “energy”: quello delle soluzioni per coordinare illuminazione, climatizzazione, ma anche sistemi per autoprodurre e accumulare energia, come gli impianti fotovoltaici e le batterie per lo storage.
Il delicato equilibrio tra costi e risparmio in bolletta possibile
I ricercatori sono andati a vedere quando le soluzioni per lo smart building convengono in termini di IRR e tempi di ritorno dell'investimento in vari ambiti, considerando diverse ipotesi di interventi in base al grado di “intelligenza”dell'edificio, vale a dire di complessità e integrazione degli impianti. Si sono considerati sia i casi più basici, in cui la domotica gestisce in maniera automatizzata solo i sistemi di lightining, solo gli impianti di riscaldamento, ventilazione e climatizzazione o solo gli elettrodomestici, sia quelli più complessi in cui sono automatizzati diversi gruppi di impianti, fino ad arrivare all'intelligent building vero e proprio in cui tutti gli impianti sono gestiti in maniera integrata.
Chiaramente all'aumentare della complessità degli interventi crescono i costidell'investimento, ma anche il risparmio energetico possibile. Il problema è trovare l'equilibrio ottimale tra spesa e resa, in quanto a IRR e PBT, nei vari ambiti ed è proprio questo il lavoro che hanno fatto all'E&S Group.
Gli ambiti dove la domotica conviene di più
Come anticipato, emerge che i risultati migliori per ogni grado di complessità delle soluzioni si hanno nella GDO dove si hanno tempi di ritorno dell’investimento estremamente ridotti, in certi casi addirittura inferiori ad un anno. Ciò è dovuto sia al livello di risparmio energetico conseguibile che al fatto che i consumi di energia per questa tipologia di edifici sono tipicamente continui e costanti nel tempo.
Per gli stessi motivi risultati molto attraenti si hanno in grandi strutture come gli ospedali e gli hotel. In particolare, nel caso degli alberghi emerge che, al crescere del livello di sofisticatezza delle soluzioni aumenta il beneficio economico ottenibile in rapporto al costo dell'investimento da sostenere.
E per le case?
Anche nel settore residenziale la domotica è quasi sempre conveniente, ma qui, al contrario che negli alberghi, gli interventi più semplici danno migliori risultati economici. Per i clienti domestici, infatti, tutte le ipotesi di interventi più o meno pervasivi raggiungono la sostenibilità economica se valutati in termini di IRR, ma, anche se si ripagano nella vita utile dei sistemi, mostrano per lo più tempi di ritorno dell’investimento superiori alle soglie di accettabilità tipicamente definite da questa tipologia di investitori.
L’eccezione è rappresentata dagli interventi meno complessi - in cui la domotica gestisce in maniera automatizzata solo i sistemi di lightining, solo gli impianti di climatizzazione o solo gli elettrodomestici - che se applicati a edifici esistenti garantiscono un tempo di rientro dell’investimento accettabile.
La convenienza del mix domotica spinta + fotovoltaico + storage Per quel che riguarda il residenziale è stata stimata anche la convenienza economica di un intervento nel quale la domotica, oltre a gestire tutti gli impianti in maniera integrata, comprenda anche un impianto fotovoltaico e un sistema di accumulo elettrochimico, cioè una batteria.
Questo intervento per il residenziale, il più complesso tra quelli considerati, è anche il meno conveniente con valori al di sotto delle soglie di sostenibilità economica, sia come IRR che come PBT, in primis a causa del costo di investimento del sistema fotovoltaico-storage.
Il discorso cambia però se includono nel conto le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie che rendono l'intervento economicamente sostenibile. Un fatto che, commentano gli autori del report, testimonia la rilevanza di questo strumento incentivante - che la legge di Stabilità in fase di approvazione proroga anche per il 2016 - per la promozione, almeno nel breve periodo, dell'intelligent building in ambito residenziale.
Norme e incentivi per la domotica
Oltre che citare le detrazioni fiscali, il report offre anche un utile riepilogo delle norme e degli incentivi per i sistemi di domotica. L’attuale impianto normativo, si spiega, è piuttosto evoluto da un punto di vista tecnico, grazie soprattutto alla norma UNI CEI 15232 che consente agli operatori di classificare e valutare i risparmi energetici derivanti dall’adozione di un sistema intelligente secondo varie declinazioni.
D’altro canto, dal punto di vista degli obblighi e degli incentivi il quadro nazionale appare meno avanzato, con obblighi caratterizzati da “un perimetro limitato" e incentivi (con particolare riferimento ai Titoli di Efficienza Energetica) "che presentano rilevanti limiti all’utilizzo". Guardando in particolare ai Titoli di Efficienza Energetica o Certificati Bianchi, per i quali è prevista una scheda standardizzata ad hoc per l’incentivazione degli interventi in tema di automazione (scheda 38E), si fa notare che il livello di utilizzo resta particolarmente modesto, pari a solo circa 10 TEE rilasciati nel biennio 2013‐2014.
La bozza del nuovo Conto Termico in circolazione, aggiungiamo noi, include gli interventi di building automation e di sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore tra quelli incentivati dallo strumento ai quali può accedere la pubblica amministrazione.